sabato 29 maggio 2010

Una città sospesa tra il cielo e il mare



Ieri passeggiavo per viale Colombo e con gli occhi della mente sono tornato indietro a qualche anno fa: quando, ( bontà mia ) decisamente ragazzino, scorrazzavo in mezzo al traffico cittadino con la mia Graziella rossa.

Altri tempi, sicuramente.

Ma non è di questo che mi interessa parlare oggi. Voglio soltanto ripensare a come era incancrenita Piazza Santa Maria soltanto fino a pochi anni fa, e come invece oggi possa respirare, restituita al suo naturale ruolo di svincolo pedonale urbano.




Ecco io credo che la chiave di volta sia proprio quella di ripensare gli spazi urbani rendendoli fruibili a noi cittadini: pedoni, ciclisti, anziani, donne e bambini. Sono assolutamente convinto che il piano di riqualificazione del nostro Poetto sia un intervento che lascerà il segno nella memoria collettiva, un po' come è avvenuto con i casotti per i cagliaritani.

Ecco cosa diventerà: un luogo uniforme nei colori e nei materiali, pensato a misura di di tutti, nel rispetto dell'ecosistema ambientale. Un luogo insomma dove riscoprire il piacere di avere una città sospesa tra il cielo e il mare.

mercoledì 26 maggio 2010

Quello che è invisibile agli occhi non è invisibile al cuore

E se provassimo a prenderci del tempo per andare più lentamente guadagnando in intensità?



E se lasciassimo a casa la macchina e andassimo al mare a piedi o in bicicletta?



Oggi avrei voluto parlarvi di come è cambiata la nostra città in questi anni, di come sia diventata più verde e più ciclabile, degli interventi di ripristino della rete idrica e fognaria, e di quei numeri che alla fine non sono solo numeri ma sopratutto azioni concrete, oggettive.


Si me lo ero ripromesso, e mi ero ripromesso di non fare politica in senso stretto, ma di lasciare che parlassero i fatti: raccontandoli appunto. Però guardando il cielo ormai quasi estivo e il mare ho cambiato idea. Perchè alla fine quello che perdiamo oggi non è detto che domani potremo riaverlo indietro e quindi apriamoci alla vita e al futuro, ma facciamolo vivendo nel presente.

In campagna elettorale tutti corrono e parlano, alcuni urlano ma nessuno ascolta, o si ferma semplicemente a guardare.

Io ho voluto farlo andando a piedi e in bicicletta, ma da solo senza niente altro che la mia digitale, e quello che ho visto è una città che è cambiata negli anni, ed è cambiata in meglio. Ma c'è qualcosa che è invisibile agli occhi, ma non al cuore come direbbe un piccolo aviatore, questo qualcosa è la città che possiamo diventare se continuiamo il percorso cominicato assieme cinque anni fa.

Ecco non volevo dirlo ma alla fine l'ho detto: quello per cui abbiamo lavorato è un progetto che guarda avanti di dieci anni, ma per realizzarlo ne servono almeno altri cinque.

domenica 23 maggio 2010

Is Arenas: un quartiere a dimensione di cittadino



Chi mi segue, e siete in moltissimi tra fb e questo blog, conosce la mia storia di cittadino impegnato ( si dice cosi?), e sperando di essere riuscito a contagiare un pò di civica passione, voglio riprendere un punto di questo piano strategico che sento molto vicino: quello della riqualificazione di Is Arenas, e lo dico con la piaggeria di chi in questo quartiere ci è nato e ci vive!

Bene ho già parlato dei parcheggi di scambio per ottocento posti auto, di spazi attrezzati per lo sport,e chiaramente dello Skatepark.

Ho anche parlato dell'accesso al Parco Naturale di Molentargius Saline, che passerà esattamente da qui, e anche del nuovo mercato all'aperto del mercoledì.

Di una cosa però mi sono scordato, e voglio qui recuperare: Is Arenas diventerà un polo sportivo per l'intera città, e lo diventerà di intesa con i privati, atttraverso i quali si ristrutturerà lo stadio e si costruirà di sana pianta un innovativo impianto, capace di contenere dai 10.000 ai 12.000 spettatori, che insomma non sarà il progetto del nuovo Sant'Elia ma...ne abbiamo abbastanza, o no?

A corollario avremo una tensostruttura e altri campi per diverse discipline di squadra. A proposito, io qui lo dico e lo sottoscrivo: dobbiamo chiedere un campo per il rugby, credo che una città come la nostra abbia una naturale propensione per questo sport muscolare ma educato! Voi che dite?

giovedì 20 maggio 2010

Il nostro Kairos

Dicono che Quartu Sant'Elena fosse una città dormitorio o addirittura una città con la valigia, come titolava l'Unione Sarda solo qualche anno fa.

Dicono anche che sia la terza città della Sardegna,ma alcuni sostengono che alla fine sia soltanto un paese cresciuto troppo in fretta, come se poi questo rapresentasse un giudizio di ( de )merito.

Quando sento parlare della mia città mi rendo conto che i luoghi comuni sono duri a morire, ma penso pure che ogni processo debba essere valutato nel tempo.
Ecco forse alla fine la discriminate è tutta qui: nel tempo.

E' vero siamo cresciuti in fretta, forse troppo. E' vero abbiamo pensato più ai palazzi che alle piazze. E' vero viviamo in una società schiacciata nel presente televisivo, e tutti hanno fretta come se il tempo potessse sfuggire loro di mano.

Però esiste anche un'altro tempo: quello della crescità e della maturazione, individuale e collettiva. E' questo vale per gli uomini e per le città, che alla fine non sono che la somma di tante individualità pensanti..

Ecco alla fine Il Piano Strategico è il tempo che ci vogliamo concedere per maturare e crescere: per diventare adulti. Quando ero al liceo e traducevo dal greco mi aveva colpito una delle parole con le qauali si identificava il concetto di tempo, e non era Cronos ma Kairos.

Cronos è il tempo scandito dagli orologi, il tempo misurabile in un prima e in un dopo. Kairos invece è il tempo interiore che spinge all'azione.

Credo che noi oggi abbiamo bisogno di Kairos per poter imparare ad amare la nostra città: dobbiamo concederci il tempo di vederla cambiare e crescere.

Noi oggi abbiamo l'opportunità di iniziare un cammino di crescita, e sarebbe un peccato interromperlo, perchè come in tutti i processi di crescità è nel tempo che dobbiamo misurarlo, a maggior ragione se si tratta di cambiare il volto di una città.

lunedì 17 maggio 2010

Il Nostro skatepark



Leggevo un articolo che riportava le dichiarazioni del sindaco di Cagliari riguardo i graffitti e le tags che punteggiano la città capoluogo: in sostanza diceva che va bene la creatività ma bisogna rispettare gli spazi pubblici.

Inecceppibile.

Dico sul serio.

Però mi sarebbe anche piaciuto qualcosa del tipo: abbiamo degli spazi che vogliamo dare in mano ai nostri giovani,un centro che canalizzi e dirotti le energie urbane, così giusto per fare un pò MTV!

Riprendendo in mano le immagini a corredo del Centro di Is Arenas mi lascio catturare da questo Skatepark( la mia nota sindrome da Amarcord... ).

Certo detto da me, un ggiovane ma non più giovanissimo, fa un certo effetto però lo dico come se avessi meno di venti anni e pazienza se ho superato il giro di boa dei Trenta: una pista da skate come questa avrei voluto averla io quando andavo al Liceo!

venerdì 14 maggio 2010

Ciclabilità Sostenibile




Ieri attraversavo Viale Colombo in direzione Poetto, e mi dicevo che se non fosse per la pioggia di Maggio, io questa strada preferirei farla in bicicletta.

Certo la pioggia, di Maggio poi.

Ok la verità è che il problema non è la pioggia, la verità è che questa strada è incancrenita dal traffico, ma la colpa è atavica.

Direi un terzo strutturale, un terzo politico e un terzo civico.

Il primo terzo è che siamo cresciuti costruendo palazzi attorno ad un borgo di campagna e quindi le possibilità di intervento sono oggettivamente limitate dal ( brutto )esistente.
Il secondo è che le classi politiche da trent' anni a questa parte hanno pensato che mattone uguale sviluppo e quindi tutto sommato andava bene così (e infatti il succcesso del Piano Strategico è la testimonianza di quanto una pianificazione sia non più solo utile ma necessaria ). L'urbanistica nella visione di questi geometri da radioelettra rappresentava, nei migliore dei casi, la cornice al quadro di una citta intonacata a fresco.
Pazienza poi se non rimaneva spazio per progettare nuove piazze o ripensare il traffico urbano, l'importante era costruire nuove e spaziose abitazioni private: far girare l'economia.

Il terzo però è responsabilità nostra, di noi tutti cittadini intendo.

Di quelli ( io per primo ) che se devo andare da Piazza Sant'Elena a Viale Colombo prendo la macchina, anche se c'è il sole e lavoro otto ore seduto alla scrivania di un anonimo ufficio, di quelli che al mare non ci vado in bici perchè voglio parcheggiare la macchina davanti all'ombrellone.

A tutti voi ( me compreso )dedico questa immagine della nuova Via Fiume, interamente ciclabile, of course!